La nostra storia - Il caso Mutti

 

La Metallurgica ha realizzato nel 1951 il primo tubetto di alluminio per il concentrato di Pomodoro Mutti. 

Il 1951 è un anno fondamentale per La Metallurgica. Dopo solo 4 anni di attività, la crescita è stata così importante che diventa necessario trasferire l'attività in un altro stabilimento.

Ma l’anno viene ricordato per una innovazione che apre le porte ad uno sviluppo repentino ed un successo incredibile nel settore alimentare.

In collaborazione con la società Mutti infatti produciamo, primo caso al mondo, il tubetto in alluminio per il settore alimentare, nello specifico il concentrato di pomodoro chiamato "il tubetto dal ditale" perché, al posto della capsula, veniva avvitato un ditale. 

Nel 1951 infatti l’azienda parmense introduce per prima sul mercato il concentrato in tubetto (formato fino ad allora dedicato al dentifricio), che rappresenta per quei tempi una vera e propria rivoluzione dal punto di vista della conservazione del prodotto; un vero successo che dura ancora oggi.


IL RACCONTO DELLA NASCITA DEL CONCENTRATO IN TUBETTO  (estratto da la storia di Mutti)

cartolina mutti

… Difficile che gli agenti di vendita possano avere un primo appuntamento in ditta: i Mutti non hanno tempo per loro, vogliono parlare coi titolari, si mettono in viaggio per vedere i loro stabilimenti, complimentarsi per le implementazioni di nuove tecniche, verificano i loro processi e alla fine decidono se ci si può fidare.

Perché un fornitore è uno a cui in qualche modo affidi un pezzo del tuo lavoro, non c’è tanto da poter rischiare per chi sul proprio prodotto ha puntato tutto. Il 1951 arriva come una schioppettata, la crescita veloce, le idee da mettere insieme e quel campione di tubetto, arrivato non si sa bene come dalla Svizzera a dire che forse può contenere anche il concentrato, se l’acido del pomodoro non lo fa ammalorare.

Questa difficoltà non ferma certo l’azienda: viene fatto l’esperimento di spalmare sulla parte interna dell’alluminio una vernice epossidica che crea un velo tra il prodotto e il suo contenitore. Funziona. Ugo Mutti, che ha messo da parte la passione per le motociclette e si dedica appieno a quella della sua industria, ha già in mente i vantaggi di un’innovazione di quel tipo. Migliore conservazione del prodotto, migliore utilizzo, praticità, maggiore ricarico.

L’appuntamento tra i responsabili avviene in un bar di fronte alla stazione centrale di Milano, che a quel tempo è ancora un salottino della Milano che macina affari. 

Carlo Bianchi del La Metallurgica ha accolto con favore l’idea di Ugo Mutti di vedersi lì vicino: una chiacchierata sincera e poi via ciascuno al suo lavoro. Con loro un figlio e un nipote. Il figlio del Bianchi, Luigi, nove anni, e il figlio del Francesco Mutti, Marcello, di undici; entrambi in pantaloncini corti e calzini bianchi, sandaletti blu e camicetta.

Fiero e immediato, Ugo espone al titolare del La Metallurgica la sua necessità: “Ho questi ditali come tappo, occorre farci dei tubetti adatti”. Il Bianchi, che di estrusione dell’alluminio ne sa già abbastanza, vede l’idea e decide di starci dietro: nessuno aveva ancora avuto l’idea di utilizzare un tubetto per la roba da mangiare, se sfonda il mercato esplode.

Quei bambini, futuri amministratori delegati delle rispettive aziende, si perdono tra un gelato e un gioco, mentre i grandi fanno affari.
In quei tavolini di acciaio davanti alla strada, dove tram di ferro e legno con due toni di verde vengono superati di slancio sul pavé da Lancia B20 e Fiat Topolino, si compie l’accordo.

Uno sguardo negli occhi, la stretta di mano. Non serve altro nel 1951 per stringere un patto che durerà nel tempo con lealtà e reciproco vantaggio.
Poi ciascuno per la sua strada: un industriale a scoprire come mettere un ditale come tappo al suo tubetto e l’altro a star dietro a un pomodoro che è già il migliore sul mercato.